KOSOVO - Patriarcato di Peć - Prishtina - Casa Raduloc HD
- Duration: 10:16
- Updated: 10 Sep 2014
© CLAUDIO MORTINI™◊ All’ingresso della Gola di Rugovo, non lontano da Peć, è posto il patriarcato di Peć. Il monastero comprende quattro chiese, costruite una accanto all’altra, che oggi formano un complesso unico. La più antica è la Chiesa dei SS. Apostoli, innalzata nel terzo decennio del XIII secolo e fondata dal secondo arcivescovo serbo Arsenije I.
All’inizio del secolo XIV, a distanza di una decina d’anni, ad entrambi i lati della chiesa ne sono state costruite altre nuove: a nord la Chiesa di San Dimitrije, a sud la Chiesa della Madonna, e accanto a quest’ultima la piccola chiesa di San Nikola. Ad ovest, è stato aggiunto un nartece.
Il monastero del Patriarcato di Peć è iscritto nella Lista del Patrimonio Culturale Mondiale dell’UNESCO tra i “Monumenti Medievali in Kosovo (Serbia)”. Dal 2006 fa parte anche della Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo a causa delle condizioni instabili nell’AP Kosovo e Metohija, attualmente sotto l’amministrazione dell’UMNIK.
Non me ne vogliano gli amici kosovari ma Pristina è davvero la più brutta capitale d’Europa e lo dico con cognizione di causa avendo ormai battuto e perlustrato ogni angolo del vecchio continente. Non c’è uno scorcio, un edificio, un angolo prospettico, un punto originale di osservazione che in tutti questi anni si sia fissato nella mia memoria.
Sarebbe, però, ingiusto farne una colpa alla città. Gli urbanisti che l’hanno progettata e pianificata, infatti, mai avrebbero pensato che questa anonima località di provincia sarebbe un giorno assurta al ruolo di capitale anche se il Kosovo, a cinque anni dalla dichiarazione di indipendenza, non fa ancora parte a pieno titolo della comunità internazionale.
Dal punto di vista architettonico Pristina è un vaso di Pandora riempito di edifici abusivi. Molti infatti degli edifici successivi al 1999 sarebbero stati costruiti senza i permessi. Anche perché, dalla fine della guerra al 2005, era impossibile ottenere licenze edilizie
La casa di Raduloc, nel villaggio di Zllakuçane (in comune di Klina) è il campo-base e la sede storica della Caritas Umbria in Kosovo. Si trova nella regione centro-occidentale del paese. La casa accoglie circa 35 bambini orfani o abbandonati, in affido, e coordina tutti i progetti e le attività in corso
La casa si trova in una zona rurale fortemente ancorata ad usi e tradizioni del passato.In quest’area si sono sviluppati i primi focolai della resistenza albanese e vi sono stati anche i massacri più efferati da parte dei paramilitari serbi.
La popolazione dell’area è di circa 55mila abitanti, due terzi dei quali vivono sparsi in piccoli villaggi di poche centinaia di abitanti, collocati sulle colline che circondano la cittadina. Quasi il 40% della popolazione vive in condizioni di povertà.Molti sono i bambini orfani o abbandonati a causa del conflitto.
Attualmente sono circa 30 i minori nella casa - famiglia aperta a Raduloc fin dal 1999; essi appartengono a diverse etnie (albanesi, serbi e montenegrini, rom), religioni e condizioni sociali.
Da luglio del 2011 opera una nuova casa, nel villaggio di Glaviçica , lungo la strada che da Klina arriva a Pristina. Qui si sono trasferiti i ragazzi più grandi.
Nel 2003 è stata avviata anche una cooperativa agricola, che successivamente è stata affidata ad alcune famiglie del villaggio, che la gestiscono in piena autonomia.
http://wn.com/KOSOVO_-_Patriarcato_di_Peć_-_Prishtina_-_Casa_Raduloc_HD
© CLAUDIO MORTINI™◊ All’ingresso della Gola di Rugovo, non lontano da Peć, è posto il patriarcato di Peć. Il monastero comprende quattro chiese, costruite una accanto all’altra, che oggi formano un complesso unico. La più antica è la Chiesa dei SS. Apostoli, innalzata nel terzo decennio del XIII secolo e fondata dal secondo arcivescovo serbo Arsenije I.
All’inizio del secolo XIV, a distanza di una decina d’anni, ad entrambi i lati della chiesa ne sono state costruite altre nuove: a nord la Chiesa di San Dimitrije, a sud la Chiesa della Madonna, e accanto a quest’ultima la piccola chiesa di San Nikola. Ad ovest, è stato aggiunto un nartece.
Il monastero del Patriarcato di Peć è iscritto nella Lista del Patrimonio Culturale Mondiale dell’UNESCO tra i “Monumenti Medievali in Kosovo (Serbia)”. Dal 2006 fa parte anche della Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo a causa delle condizioni instabili nell’AP Kosovo e Metohija, attualmente sotto l’amministrazione dell’UMNIK.
Non me ne vogliano gli amici kosovari ma Pristina è davvero la più brutta capitale d’Europa e lo dico con cognizione di causa avendo ormai battuto e perlustrato ogni angolo del vecchio continente. Non c’è uno scorcio, un edificio, un angolo prospettico, un punto originale di osservazione che in tutti questi anni si sia fissato nella mia memoria.
Sarebbe, però, ingiusto farne una colpa alla città. Gli urbanisti che l’hanno progettata e pianificata, infatti, mai avrebbero pensato che questa anonima località di provincia sarebbe un giorno assurta al ruolo di capitale anche se il Kosovo, a cinque anni dalla dichiarazione di indipendenza, non fa ancora parte a pieno titolo della comunità internazionale.
Dal punto di vista architettonico Pristina è un vaso di Pandora riempito di edifici abusivi. Molti infatti degli edifici successivi al 1999 sarebbero stati costruiti senza i permessi. Anche perché, dalla fine della guerra al 2005, era impossibile ottenere licenze edilizie
La casa di Raduloc, nel villaggio di Zllakuçane (in comune di Klina) è il campo-base e la sede storica della Caritas Umbria in Kosovo. Si trova nella regione centro-occidentale del paese. La casa accoglie circa 35 bambini orfani o abbandonati, in affido, e coordina tutti i progetti e le attività in corso
La casa si trova in una zona rurale fortemente ancorata ad usi e tradizioni del passato.In quest’area si sono sviluppati i primi focolai della resistenza albanese e vi sono stati anche i massacri più efferati da parte dei paramilitari serbi.
La popolazione dell’area è di circa 55mila abitanti, due terzi dei quali vivono sparsi in piccoli villaggi di poche centinaia di abitanti, collocati sulle colline che circondano la cittadina. Quasi il 40% della popolazione vive in condizioni di povertà.Molti sono i bambini orfani o abbandonati a causa del conflitto.
Attualmente sono circa 30 i minori nella casa - famiglia aperta a Raduloc fin dal 1999; essi appartengono a diverse etnie (albanesi, serbi e montenegrini, rom), religioni e condizioni sociali.
Da luglio del 2011 opera una nuova casa, nel villaggio di Glaviçica , lungo la strada che da Klina arriva a Pristina. Qui si sono trasferiti i ragazzi più grandi.
Nel 2003 è stata avviata anche una cooperativa agricola, che successivamente è stata affidata ad alcune famiglie del villaggio, che la gestiscono in piena autonomia.
- published: 10 Sep 2014
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